Uno sguardo ai materiali
Ho sempre curiosità riguardo i materiali che utilizzo ed è stato interessante porre un breve sguardo sia al loro aspetto chimico sia alle loro proprietà seppure non è esattamente l’ambito specifico del mio studio.
Ci sarebbe moltissimo da approfondire.
Nel dipingere una Thangka si inizia sempre dipingendo il cielo, così sono partita dal blu.
Nella pittura tradizionale tibetana si usavano i colori naturali e minerali, tra cui l’azzurrite. Tuttora questa tradizione è ancora viva ed io cerco di mantenerla.
Anche in Occidente abbiamo una lunga tradizione sui colori naturali.
L’azzurrite, ad esempio, come scrive C. Cennini, e’ stato il pigmento azzurro più usato in Europa almeno a partire dal XIII secolo e fino a tutto il XVI secolo.
Ancora nel XVII secolo risulta che fosse molto utilizzato. Successivamente, nel mondo classico, veniva meno usato rispetto al blu egiziano, un pigmento che si otteneva per sintesi con un processo conosciuto in Egitto 3100 anni prima di Cristo.
Il minerale, dal colore blu, si estrae da giacimenti in cui si trova di frequente associato ad un altro minerale, la malachite.
L’azzurrite, da cui appunto si ricava il pigmento, è un minerale composto da carbonato basico di rame.
E’ necessaria una lenta macinazione per ricavare la polvere e mantenere la vividezza del colore.
E questo l’ho sperimentato nella pratica macinandola manualmente.
I minerali sono soggetti a trasformazioni anche se molto meno o comunque più lentamente rispetto ai pigmenti vegetali e in alcune pitture murali, ad esempio, per via dell’umidità o di infiltrazioni d’acqua il minerale può tendere a trsformarsi in una forma chimica più stabile e quindi visivamente tendere verso il colore verde.
Generalmente quasi tutti i minerali sono costituiti da due componenti, una componente di carattere metallico e una non metallico.
E’ stato interessante sapere che la componente metallica costituisce il fattore fondamentale nel determinare il colore.
I minerali, inoltre, sono suddivisi in classi in base alla loro composizione e tra queste classi abbiamo quella dei carbonati che derivano appunto dall’acido carbonico.
M. Gender, che è stato un esperto della terapia con le pietre, in un suo libro, dopo una lunga introduzione si addentra nella spiegazione delle loro proprietà e dei loro benefici.
Ci dice che i carbonati stimolano i processi di sviluppo, in particolare quelli come l’azzurrite agiscono come degli enzimi, degli stimolatori durante le fasi di trasformazione.
Aggiunge che a livello fisico, posizionata sulla zona interessata, l’azzurrite agisce come rivitalizzante e disintossicante e favorisce l’attività cerebrale.
Su altri piani come quello della psiche e della mente ispira un interesse di conoscenza, infonde tranquillità ed ha la funzione di armonizzare. Può essere usata come pietra meditativa i suoi effetti si riscontrano a livello della psiche.